Continua l’attività del Google Cultural Institute, nasce Art Camera, l’apparecchiatura di Google in grado di effettuare la digitalizzazione delle opere d’arte in maniera rapida, semplice e incredibilmente dettagliata.
Tempo fa abbiamo parlato di come il laboratorio “creativo” di Google stia implementando sempre di più la tecnologia all’arte e cercare di far scoprire nuovi modi per fare vivere esperienze uniche agli utenti promuovendo la cultura, rendendola disponibile a chiunque.
Art Camera è un sofisticato macchinario attraverso il quale musei e istituti potranno effettuare una scansione ad altissima risoluzione di quadri, documenti e reperti.
Ma come funziona Art Camera? è molto semplice, per la cattura Art Camera viene posizionata in modo preciso di fronte ad un quadro appeso alla parete e dopo alcune regolazioni di posizionamento e finitura inizia la fase di scannerizzazione, catturando centimetro per centimetro di tutta la superficie del dipinto scattando le singole porzioni a definizioni molto elevate, per poi assemblarle.
I dati raccolti vengono poi inviati ai server di Google che li elabora e li trasforma in un unico file a risoluzione gigapixel (composte da oltre un miliardo di pixel) permettendo di osservare ogni minimo dettaglio: la trama della tela, la consistenza della pennellata, le iscrizioni, le firme e tutti i particolari più nascosti.
In pratica, l’esperienza visiva equivale a quella che si otterrebbe osservando da vicino l’opera equipaggiati di una buona lente di ingrandimento.
Per i musei, il vantaggio è anche economico e non dovranno più noleggiare costosi equipaggiamenti dato che Google permette ai musei di utilizzare gratuitamente Art Camera.
Grazie ad Art Camera, in pochi mesi sono stati catturati in digitale oltre 1.000 lavori.
Google nel corso degli anni ha prodotto circa venti esemplari della super-fotocamera e ora la presta agli istituti d’arte affinché possano realizzare la copia digitale delle loro opere.
Sono già numerosi i musei che hanno sperimentato la nuova attrezzatura, a partire dal Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, che l’ha utilizzata per digitalizzare molti lavori, tra cui i famosissimi Ritratto di Armand Roulin di Vincent Van Gogh, Primavera a Vethuil di Claude Monet e Il Porto di Rotterdam di Paul Signac, ma per gli oggetti in tre dimensioni i risultati non sono totalmente ottimali e per questo si dovrà aspettare ancora un po’.