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Come funziona la SEO con il “colibrì”?

Hummingbird è l’ultimo algoritmo implementato nel 2013 da Google, definito come il più importante cambiamento dal 2001 in poi. Nonostante si chiami “colibrì” ha avuto una pesante influenza sulle query di ricerca (SERP).

A differenza dei precedenti algoritmi, Panda e Penguin, Hummingbird non si basa sulla penalizzazione (finalizzata a ripulire i risultati da siti SPAM e di scarsa qualità), ma consiste in un sistema volto all’interpretazione del reale significato e della motivazione latente della frase di ricerca. Inoltre ha un approccio di analisi degli elementi di conversazione e non più della mera concomitanza dei termini di ricerca legati alla query.

Google è in grado di comprendere le intenzioni della ricerca, di conseguenza restituire i risultati più precisi e puntuali, fini alla soddisfazione del bisogno di ricerca dell’utente.

 

 

In Hummingbird la protagonista è la semantica, contenuto e significato diventano gli elementi essenziali del suo funzionamento. Il posizionamento per parole chiave è in declino, adesso gli utenti tendono a fare vere e proprie domande al motore di ricerca, rispecchiando prevalentemente le famose cinque W del giornalismo, “What” (“cosa”), “Who” (“chi”), “When” (“quando”), “Why” (“perché”), “Where” (“dove”).

Altro significativo aspetto riguarda PageRank, il quale è diventato solo uno dei 200 parametri che danno forma alle SERP.

Il Knowledge Graph ha notevole peso: si tratta della composizione del contesto di query, quindi il luogo in cui è composta, l’identità del richiedente e la cronistoria delle query precedenti.

Un prodotto si diffonde perché ha successo. Così è per i siti. Google infatti reputa che un contenuto che genera numerose citazioni spontanee deve ottenere un punteggio migliore, quindi risaltare, rispetto agli altri. Essere linkati significa essere autorevoli, così Google premia questo aspetto nei sistemi di indicizzazione. Inoltre quanto più il sito “che linka” è popolare, quanto più sarà il vantaggio del sito “linkato”.

Ovvio che comprendere il ragionamento del “colibrì” è fondamentale per sviluppare una strategia SEO adeguata e funzionale.

Ecco alcuni consigli:

1) Trasforma la tua strategia per keywords ad una strategia per keyphrases.

2) Sfrutta sinonimi e l’espansione della query.

3) Cerca e sfrutta le menzioni.

4) Crea contenuti universali: leggibili dai diversi dispositivi e sviluppati su più canali.

5) Utilizza dati strutturati, snippets e microdati.

Come funziona la SEO con il “colibrì”?. Ultima modifica: 2015-01-22T16:42:26+01:00 da Alessandra Scarano
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