Emissioni nocive FCA?
Il dieselgate continua. Direte, di nuovo? Ebbene, stando alle ultime notizie pubblicate da uno dei più grandi quotidiani tedeschi, il Bild am Sonntag, si profila uno scandalo emissioni nocive FCA, una sorta di dielselgate come già a suo tempo scoppiato per Volkswagen – un vero e proprio cataclisma, ancora in corso di definizione – nel mondo dell’auto.
Cambia però l’imputato: stavolta sotto accusa per emissioni nocive è FCA, ovvero Fiat Chrysler Automobiles, nonché settimo gruppo automobilistico a livello mondiale.
Cambia anche l’accusatore: il Ministero dei trasporti tedesco, che accusa FCA di aver adottato un determinato software su alcuni propulsori diesel al fine di alterare i risultati di emissioni nocive, interrompendo dopo 22 minuti la riduzione delle emissioni.
In pratica, FCA, tramite, questo software aggirerebbe il test di omologazione che invece, l’infallibile(?) e solerte Ministero dei trasporti tedesco avrebbe smascherato con tanto di documentazione già inviata all’imputato italiano(anche se trattasi di gruppo italo-statunitense di diritto olandese).
Stando a quanto prodotto dai tedeschi, è la 500 X(che, guarda caso, sta facendo brillanti vendite) ad avere il motore “truccato”.
Ma, come è risaputo, la Germania non scherza mai, tanto meno quando si tratta di svilire l’Italia, i suoi prodotti ed i suoi abitanti. Infatti, il ministero minaccia di togliere la licenza di vendita dei modelli incriminati in Germania. Per parte sua, FCA non si è molto scomposta, non commentando le accuse e limitandosi laconicamente a ribadire che le vetture rispettano le norme vigenti.
Il momento tra ministero dei trasporti tedesco e FCA non è dei più favorevoli, e questo nuovo avvenimento si va ad innestare in un rapporto già piuttosto teso che ha visto FCA disertare un incontro indetto dal ministero a Berlino per approfondire e chiarire alcune evidenze negative circa le emissioni nocive emerse da un’indagine condotta dall’autorità tedesca dopo che il dieselgate aveva messo a forte rischio le sorti di Volkswagen.
Questa linea di comportamento di FCA si concilia con quella tenuta già nel dieselgate Volkswagen, per il quale una trentina di auto di vari brand furono messe sotto la lente di ingrandimento per le emissioni nocive e chiamate a rispondere dei risultati emersi. Anche in quel caso alcune case tedesche collaborarono, mentre FCA non partecipò all’incontro, appellandosi al fatto che solo l’Autorità di omologazione competente in Italia era accreditata per i test.
Come andrà a finire la querelle sulle emissioni nocive FCA? Al momento non è dato saperlo, ma di certo il mercato ha reagito proprio come nel dieselgate di un anno fa: netto calo a Piazza Affari per i titoli FCA. In realtà questo caso si presenta diverso dal precedente, poiché pare che i risultati siano riferibili a test diversi rispetto a quelle del dieselgate di volkswageniana memoria. Ovvero due pesi, due misure…