Meravigliosa iniziativa quella che Esselunga, nota catena distributiva italiana, ha messo in piedi insieme all’arcinoto ed eclettico Philippe Daverio (critico d’arte, giornalista, conduttore televisivo) a Expo Milano 2015 che non è più solo “da bere” ma anche “da mangiare”.
Infatti, in molte stazioni della metropolitana di Milano viene allestita quella che Daverio definisce “la mostra più vista nella storia, con oltre 20 milioni di visitatori attesi”: saranno esposte riproduzioni di opere di natura morta del 1700-1800. “A questo museo fuori Expo Milano 2015 si entra gratis” perché è compreso nel biglietto Atm. Il progetto , continua Daverio “è una mostra, ma a tutti gli effetti una pubblicità senza però pesare sui contribuenti”, dice Daverio.
Niente male come operazione di visibilità che Bernardo Caprotti, patron della catena di supermercati, non si è certo lasciato scappare.
E così in 200 stazioni inizia la mostra con quaranta quadri(riprodotti al computer) di pittori olandesi, francesi e italiani, specializzati in nature morte e non molto conosciuti ai più.
Non solo, ci sono anche riproduzioni parziali (quindi libere da diritti) di opera assai famose “Come L’Alceste di Caravaggio. O Le déjeuner d’huîtres (La colazione alle ostriche) di Jean-François de Troy esposto al castello di Chantilly che testimonia l’abbinamento di crostacei e bollicine in Francia appena dieci anni dopo l’invenzione dello Champagne da parte del religioso Dom Perignon”, spiega Daverio. Tra gli artisti italiani ci sono Bartolomeo Bimbi, Cristoforo Munari e Giuseppe Recco.
L’allestimento durerà fino a luglio e dovrebbe estendersi. “Le opere cambieranno di stazione e c’è chi le imparerà a memoria” vaticina il curatore Daverio. “In un futuro mi aspetto anche merchandising d’arte, mentre fra qualche mese sarà possibile acquistare nei supermercati la guida alla mostra”. E c’è da giurarci che da questo progetto scaturiranno numerose iniziative promo-pubblicitarie di Esselunga che- già da anni – è presente con campagne decisamente memorabili e pertinenti con il proprio business.
Gli apprezzamenti sui Social non si sono fatti attendere: il connubio arte e cibo è molto gradito, anche se a fini pubblicitari.
“La cosa ci rende felici, si apre infatti un test di mercato su questo progetto”, sottolinea il critico. “Più che di advertising parlerei di un regalo: se funziona nulla osta che si possa immaginare una prossima mostra sul paesaggio del ‘700 e che per un verso o per l’altro si possa legare al prodotto Esselunga”.
La domanda sorge spontanea: quali saranno le future raccolte punti/bolloni di Esselunga?