Gli ultimi studi dimostrano che il modo di visualizzare la pagina dei risultati di ricerca di Google è cambiato in modo impressionante rispetto agli studi effettuati anni fa.
Nel frattempo il motore di ricerca più famoso al mondo, al passo, migliora di giorno in giorno la finezza delle ricerche, lanciando risultati personalizzati in base alle richieste precedenti degli utenti e ad altre innumerevoli informazioni che possiede su di noi, propone risposte ai bisogni sotto forma di tutto ciò che è più pratico per l’utente: contenuti, video, mappe, immagini, nozioni encicloperdiche, risposte vocali.
Grazie all’ultima ricerca firmata Mediative, che utilizza l’Eye Tracker, sono stati tracciati i movimenti oculari degli utenti durante la visualizzazione dei risultati di Google.
L’Eye Tracker permette di ottenere un’esatta rappresentazione grafica di come le persone osservano la pagina. Dai recenti risultati è emerso un significativo mutamento rispetto al noto studio del 2005, da cui era stato delineato il pattern del “Golden Triangle” (o “F Shaped Pattern), che oggi invece non esiste più. Dal primo studio emergeva che l’attenzione delle persone si concentrava quasi esclusivamente nella parte in alto a sinistra. Gord Hotchkiss, uno dei leader della ricerca del 2005, interpretò i dati come la tendenza degli utenti a concentrarsi sui primi 4 risultati ed a cliccare su uno di essi, ignorando tutto il resto.
Come si può osservare dall’ immagine sottostante, dallo studio del 2015 emerge un pattern del tutto nuovo. Hotchkiss afferma che oggi la modalità secondo cui l’utente osserva la pagina dei risultati presenta un importante margine di variabilità, che dipende dal tipo di ricerca specifica che sta effettuando (ad esempio di navigazione oppure di tipo informativo). Questo cambiamento è verosimilmente dovuto al miglioramento della performance di risposta di Google.
Analizzando l’output dell’Eye Tracker emerge che gli utenti effettuano adesso una prima scansione direttamente verticale, sul lato sinistro della pagina, al fine di rilevare la tipologia di informazioni ottenute. A questo segue una scansione orizzontale del contenuto, in modo significativamente più omogeneo sulla pagina, rispetto a ciò che era stato rilevato nel 2005. Inoltre il tempo di latenza dalla presentazione dei risultati alla scelta del link desiderato, si è notevolmente accorciato: da 15 secondi nel primo studio a 9 nello studio attuale. Questo a dimostrare sia una maggiore capacità di Google di “indovinare cosa vogliamo”, fornendo link pertinenti ed immediatamente intuitivi, sia un affinamento delle capacità degli utenti durante la navigazione.
Dunque gli utenti nel 2015 non si fermano più ai primi 4 risultati.
Questo ha senza dubbio delle ripercussioni nei servizi di marketing, in quanto non è più detto che per una società, ottenere la prima posizione nei risultati organici, sia l’obiettivo principale a cui puntare.
Hotchkiss afferma infatti che la SEO esiste ancora, ma si è trasformata in qualcosa di molto molto più complesso e che in potenza oggi offre al marketing molte nuove possibilità e piani strategici.