Il colosso di Mountain View ha rivelato che c’è stata una forte impennata nel numero di annunci rimossi nel 2014, sottolineando che ha eliminato dalla piattaforma Adwords più di 524 milioni di annunci evitando la pubblicazione a circa 214 mila inserzionisti.
Il team dei “Bad Ads” di Google si occupa di controllare la veridicità degli annunci vigila sopratutto su banner che promuovono beni in vendita, specialmente case. Spesso questi banner ritraggono immobili che non esistono, oppure appartengono a società che dopo i primi acconti da parte del compratore si dileguano dall’altra parte del paese.
Infatti, a quanto pare, il numero in aumento dei banner truffa è dovuto a alcuni fenomeni sociali accaduti nei mesi passati. Un esempio calzante è l’epidemia dell’Ebola, di cui sono apparse diverse inserzioni che invogliavano gli utenti all’acquisto di trattamenti per prevenire la malattia. Non parliamo poi di banner che sponsorizzano pillole dimagranti o beveroni energetici. La vera truffa del Web 2.0.
I ragazzi “Bad Ads” per controllare il traffico intorno a Google Adwords utilizzano una serie di algoritmi per scoprire l’affidabilità di ogni singolo annuncio. Se il sistema riconosce un problema, segnala immediatamente a degli operatori umani l’urgenza e loro iniziano a indagare in modo più approfondito. Ad oggi non esistono ancora dei mezzi informatici per stabilire la validità totale di un banner, per questo nel 2015 è ancora possibile incappare in frodi anche se protette dal nome Google.
Al di là di questi casi e di questi numeri va riconosciuto che Google è una macchina che funziona e che si puo’ permettere un vero e proprio team, cosa non da tutti, che passa il suo tempo a decidere cosa è ok e cosa no.