L’obiettivo di questo articolo è di presentare la figura del consulente UX ovvero di colui che offre un servizio di consulenza User Experience.
Per coloro che non ne hanno mai sentito parlare, questo termine può rappresentare fonte di confusione. È un ruolo abbastanza nuovo e può significare cose diverse per persone diverse.
Il consulente lavora per un’agenzia o come libero professionista e la sua caratteristica principale è la flessibilità.
Non tutti sono adatti a questo lavoro dove è necessario essere dei bravi consulenti ma anche essere in grado di comprendere i diversi ruoli impiegati in un’azienda.
La figura del consulente UX deve conoscere il suo ruolo
Il ruolo del consulente UX è flessibile proprio perché cambia da un cliente all’altro.
Con alcuni clienti è sufficiente migliorare e valorizzare la documentazione esistente.
Con altri, invece, è necessario fornire una leadership di pensiero mentre si aiuta a definire il prodotto, includendo la ricerca che va ben oltre ciò che è normalmente considerato User Experience.
Quello che bisogna tenere bene a mente è che il consulente UX è la soluzione alle esigenze del cliente, anche quando al di fuori delle sue core skills.
La figura del consulente UX deve ascoltare il proprio cliente
È come un test di usabilità in cui bisogna mettere al centro il cliente e le sue risposte alle nostre domande. Bisogna lasciarlo parlare!
Il cliente ha ingaggiato un consulente UX per ascoltarlo e aiutarlo a trovare una soluzione ai suoi problemi.
Di cosa parlerà? Di tutto: i problemi legati al progetto, la politica all’interno dell’azienda, gli orari di pranzo, i fine settimana, ecc.
Non è un male conoscere tutto, anzi è meglio perchè parlando con il cliente non solo si ottengono informazioni sul progetto, ma si impara anche a conoscere la cultura aziendale. In questo modo, verranno prese decisioni migliori e ottenuti i risultati sperati.
Attenzione! Non bisogna fare ciò che il cliente dice di fare!
Se il cliente sta operando in maniera sbagliata, è fondamentale fare delle ricerche e offrirgli la propria esperienza. Quando però non ascolta quello che si propone allora si dovrà valutare se continuare o meno il lavoro.
La figura del consulente UX deve mettere a proprio agio il cliente
L’errore che comunemente fanno i consulenti UX è screditare il progetto dell’azienda e criticare il personale considerandolo non preparato. Anche se dovesse essere vero, non bisogna dirlo perché ciò rovinerebbe il rapporto con il cliente.
Non bisogna mai criticare il suo progetto, poiché dietro vi sono un lavoro e delle decisioni che sono state prese prima di arrivare a questo risultato.
L’approccio giusto è quello di mettere al centro il cliente e farlo sentire a proprio agio.
Bisogna essere in grado di adattarsi allo staff dell’azienda, collaborare come in una squadra e non mettersi mai in una posizione di superiorità.
È necessario creare una relazione positiva e lasciare al cliente un ricordo bello del proprio lavoro. In questa maniera, è possibile che in futuro lui si rimetta in contatto con lo stesso consulente UX per un nuovo progetto. Allo stesso modo, una nuova azienda contatterà lo stesso consulente perché ha sentito parlare bene di lui.
La figura del consulente UX deve prendere nota di tutto
Bisogna prendere nota di qualsiasi minimo dettaglio poiché il cliente metterà in discussione qualsiasi cosa o qualsiasi problema sorga durante la presenza del consulente. Quest’ultimo, naturalmente, deve essere pronto a fornire le risposte giuste al momento giusto per proteggere se stesso e il cliente.
La figura del consulente UX deve capire quando è il momento di abbandonare
Il consulente UX deve essere consapevole che non è adatto a qualsiasi cliente. All’inizio o durante poco importa. Quando si rende conto che non può lavorare per il cliente deve abbandonare. Come lo capisce? Attraverso dei segnali:
- quando viene chiesto testualmente di documentare ciò che vuole il cliente;
- nel momento in cui incombono delle scadenze irrealistiche;
- il consulente UX è semplicemente inadatto al progetto.
Questi sono tre esempi, ve ne sono altri che danno l’allarme e fanno capire che è meglio lasciar perdere.
Si potrebbe anche proporre un periodo di prova di un mese per valutare se gli sforzi di un consulente UX possano portare o meno ad avere successo.