L’irresistibile leggerezza del selfie. Esagerato? No, a giudicare dal dilagare incontenibile di selfie ad ogni angolo della Terra.
Sembra che per affermare e direi quasi ostentare la propria esistenza, il selfie sia diventato uno strumento indispensabile, quasi quanto ormai lo è lo smartphone.
Così uomini e donne del globo terrestre si scattano quotidianamente un numero incommensurabile di foto, in pose e situazioni più o meno interessanti.
E’ necessario un distinguo tra i selfie delle femminucce e quelli dei maschietti. Le prime si fanno autoscatti per apparire più attraenti(talvolta ai limiti della decenza), mentre i secondi preferiscono immortalarsi in azioni “eroiche”.
Del resto, se persino gli animali si fanno i selfie, si può ben capire l’irresistibile appeal di autoimmortalarsi: ricordate il caso in Indonesia, di pochi mesi fa, del macaco Naruto che – impossessatosi della macchina fotografica di un reporter – si è scattato un selfie che, nel battito di un clic, ha fatto il giro del mondo via web?
Di questo bisogno, tutt’altro che latente, si sono già da tempo accorte le grosse aziende produttrici di smartphone che combattono la guerra del business a suon di misure dello schermo e di mega pixel, ovvero di risoluzione della fotocamera, che garantiscono foto più o meno nitide.
Sarà per questo che oggi i giovani richiedono prodotti cosmetici a prova di selfie? Pare infatti che in Italia il mercato beauty valga 9,7 miliardi di Euro e di questi 1 miliardo è rappresentato dal make up, con una crescita del 3%. Ovviamente aumentano le vendite attraverso i canali alternativi(+2,9%) a quello della profumeria ed il canale diretto, grazie all’ecommerce(+11,4%).
Ma il segnale interessante viene da fatto che sono in calo i prodotti di trattamento(creme) a favore del make up. Forse perché il concetto di bellezza intesa come cura adesso viene declinata in termini di stare(o apparire?) bene.
Il gruppo Estée Lauder, presentando i risultati finanziari, ha evidenziato che anche negli Usa i prodotti anti-aging non interessano molto alle generazioni più giovani, registrando un -2,5% . “I trentenni si fanno più foto in un giorno di quanti la loro madre in un anno” dichiara il ceo del gruppo, Fabrizio Freda “sono interessati a come appaiono ora e non quando avranno 40 anni”.
Così, il mito della fugacità della giovinezza si ripropone senza tempo, ma con un’arma moderna per immortalarla: il selfie.