Made in: parola usata, e spesso abusata, che percorre paralleli e meridiani del globo terrestre.

Non si fa che parlare di “Made in” quale suggello che incide notevolmente, percorrendone tutte le fasi, sulla decisione di acquisto. Così il consumatore viene tempestato da brand di qualunque categoria merceologica che riportano ben visibili etichette di “Made in”.

Ma siamo proprio sicuri che basti scrivere “Made in” per spingere il consumatore all’acquisto?  Ed in caso positivo, in quale misura?

La risposta viene da Nielsen che nella sua Global Brand Origin Survey, indagine realizzata in 61 Paesi su un campione di oltre 30.000 individui,  ha cercato di sondare il sentiment  del consumatore-cittadino del mondo.

Ebbene, la risposta è categoricamente affermativa, come si evince dalla tabella sotto riportata.

scelta made in

 

Così, in tempi di globalizzazione – per la quale un’azienda locale può diventare globale e viceversa –  emerge che il “Made in” , quando non è determinante, è sicuramente importante quanto assortimento, qualità e prezzo.

Questo spiega e giustifica il proliferare di narrazioni circa l’origine e la storia dei brand che cercano di accreditarsi agli occhi del consumatore. Consumatore, però, che si differenzia in base al Paese di appartenenza.

E in Italia, che ne è del Made in Italy  rispetto agli  altri “Made in”?

Parlando dell’italico consumatore, tanto per cambiare, si delinea un profilo diverso, in particolare rispetto all’europeo medio: quello di chi privilegia  i marchi internazionali nel mercato dell’automobile, per il quale ben il 58% sceglie marche straniere(rispetto ad un 31% dei francesi ed ad un 28% dei tedeschi che si orientano verso marche locali).

Ugualmente anche per i device elettronici – leggasi pc, tv, cellulari e macchine fotografiche – gli italiani(ben il 63%, ovvero 6 punti in più rispetto alla media europea) prediligono brand globali. Lo stesso dicasi per i commodities(quali cosmetici, deodoranti, detersivi per lavatrici, pannolini per bambini).

Allora, gli italiani non amano il Made in Italy?

In realtà il consumatore italiano si colloca tra gli statunitensi (che per il 65% comprano prodotti locali per aiutare l’economia del proprio paese) e gli europei(anzi, i francesi e i tedeschi che per le auto preferiscono brand nazionali): questo perché l’italiano attribuisce al brand globale valenze di servizio e sconti, soprattutto per gli acquisti online.

Ma quando si tratta di cibo, l’italiano si distingue e conferma la fiducia nei brand nostrani di prodotti alimentari(dalla frutta, al pesce, alla verdura passando per latte e derivati, gelati e acqua), al punto da registrare 7 punti in più rispetto alla media del cittadino europeo. Perché? Per la genuinità degli ingredienti uniti al migliore aroma e sapore che contraddistingue e caratterizza inequivocabilmente la cucina nostrana o locale, che dir si voglia.

Dunque se gli italiani sono riconosciuti buongustai, rari sono quelli patriottici(13%) che dichiarano di scegliere prodotti italiani per orgoglio nazionale, comunque sempre meno rispetto agli altri Paesi della Comunità Europea che sono il 18%.

Potrebbe il patriottismo e l’orgoglio di essere italiani migliorare il Made in … Italy?

 

 

Made in. Ultima modifica: 2016-05-17T13:48:46+02:00 da Daniela Graziani