Lo smartphone è ormai divenuto il compagno inseparabile di molti nonchè a volote l’unico mezzo di accesso ad internet.
Nonostante questo però sono ancora molte le aziende che non hanno attuato una strategia commerciale strutturata e coerente per il mobile, e si presentano spesso con sito web ancora non responsive.
Secondo alcune ricerche lo smartphone svolge un ruolo cruciale nei processi di acquisto dei consumatori: l’80% degli italiani che usano internet in mobilità si affida allo smartphone per prendere decisioni di acquisto o relazionarsi con i brand preferiti, mentre il 34% lo utilizza anche per fare acquisti (lo accompagna in ogni momento del customer journey).
Il 69% dichiara di essere interessato a ricevere offerte personalizzate passando accanto ad un negozio fisico.
Oltre 2/3 degli utenti di smartphone ha sempre attivo il wi-fi e più di 1/3 la geolocalizzazione; il 72% ha installato almeno un’app di un gestore di telefonia, il 61% di una banca, il 29% di un gestore utility e il 23% di un brand di abbigliamento.
Di fronte a questa realtà i negozi fisici se vogliono quindi sopravvivere all’ecommerce possono trovare nel marketing di prossimità un grande e valido alleato.
Fare shopping online è diventata ormai una routine quotidiana: scarpe, elettrodomestici, mobili ed addirittura la spesa arrivano in un attimo a casa nostra.
Amazon Prime in poche ore ad esempio consegna comodamente tutto a casa, dai generi alimentari ai generi di tecnologia; con Zalando invece si possono acquistare scarpe e nel caso non andassero bene rimandarle comodamente indietro.
Il marketing di prossimità è quindi l’insieme delle strategie di marketing che prevedono un’interazione di prossimità con l’utente, attraverso l’utilizzo di diverse tecnologie; è rivolto al coinvolgimento dei clienti ed offre loro un’esperienza d’acquisto unica, personalizzata, studiata per essere “al momento giusto nel posto giusto”.
Per negozi, ristoranti, cinema ed in generale i luoghi fisici per l’acquisto di beni e servizi, il marketing di prossimità può rivelarsi molto utile: invece di utilizzare pubblicità per far conoscere le proprie promozioni ad un possibile cliente, che però potrebbe trovarsi dall’altra parte della città, possono semplicemente mandare un messaggio al passante ignaro di fronte alla propria vetrina.
Se queste attività potessero sapere i gusti di quel passante? Se sapessero che sta cercando un regalo per la fidanzata, perché ha fatto quella ricerca su Google poco prima? Se sapessero che ha fame ed è ciliaco, perché le ricette salvate sul suo telefono sono tutte così? O se mentre guarda un paio di scarpe, una notifica lo informasse che il suo numero è terminato ma che c’è un altro modello simile che potrebbe far al caso suo?
Ecco! In questo caso il negozio fisico magicamente diventa utile, ci fa venire voglia di entrare perché risponde esattamente ai nostri bisogni, semplificandoci la vita.
In questo modo torna a svolgere il ruolo che aveva tempo fa il negozio di fiducia sotto casa, che ci conosceva personalmente e sapeva consigliarci perfettamente i migliori prodotti, le offerte più interessanti, o addirittura la ricetta segreta per cucinare il prodotto appena comprato.
In Italia questo tipo di attività è ancora poco realizzata forse anche per la complicata legge sulla privacy e per la tendenza a vivere ogni attività che ci coinvolge fuori da uno schermo come “una violazione”.
All’estero invece il marketing di prossimità sta diventando uno strumento imprescindibile per i negozi fisici, con vantaggi unici anche per gli stessi consumatori.
Come sarà quindi lo shopping del futuro?