Beneficiare della pertinenza attraverso il multichannel funnel
Da quando esistono gli affari una delle sfide più importanti da affrontare è convincere un soggetto a subire un processo di metamorfosi: trasformarsi da cliente potenziale e cliente effettivo.
Convincere un prospect a compiere un’azione non è mai stato facile ma il fatto che un utente sia atterrato su una pagina di destinazione dopo aver cliccato con un annuncio (testuale, illustrato, video) pertinente con le sue intenzioni di ricerca o di informazione dovrebbe semplificare il compimento di questa ultima, fondamentale, task.
Secondo una tecnica di induzione comportamentale, chiamata “piede nella porta“, e che ben si ripropone nel multichannel funnel, se si chiede ad un potenziale cliente di attuare un comportamento che non gli costa molto, è più probabile che in seguito acconsenta ad attuare un comportamento dello stesso tipo, ma più oneroso.
Il fatto che l’utente sia giunto sulla pagina di destinazione dopo aver cliccato su un annuncio AdWords o su un annuncio presente in una delle piattaforma di social media marketing, fa sì che l’utente abbia già iniziato il processo cognitivo della sopra citata tecnica: “hai cercato il mio prodotto, hai cliccato sull’annuncio del mio prodotto, compra il mio prodotto“.
In buona sostanza se l’annuncio e la pagina di destinazione sono pertinenti con le intenzioni di ricerca o di informazione dell’utente, la provenienza da un annuncio dovrebbe consentire di evitare i due primi livelli del multichannel funnel relativi appunto alla pertinenza e alla motivazione dell’utente.
Quindi, un utente che proviene da un annuncio AdWords efficace (testuale, illustrato, video), deve essere “gestito” sulla pagina di destinazione a livello di “qualità dell’offerta” ovvero di persuasività della pagina e a livello di “facilità di conversione” ovvero di usabilità dell’interfaccia.