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Native Advertising o pubblicità nativa

“La Native Advertising è un forma pubblicitaria contestuale che integra contenuti editoriali e annunci pubblicitari, all’interno del contesto editoriale dove essi vengono posizionati, con una indicazione chiara dell’inserzionista che sponsorizza il contenuto pubblicitario”

La Native Advertising non può essere considerata una forma del tutto nuova di pubblicità (Google AdWords è pubblicità nativa, i Promoted Tweets di Twitter rappresentano una forma di pubblicità nativa, l’acquisto di maggiori visualizzazioni su Facebook all’interno del newsfeed è pubblicità nativa), l’elemento di novità è dato dal contesto digitale che consente a questo particolare tipo di strategia di sfruttare a pieno tutta la sua potenzialità comunicativa, in modi diversi.

Perché Native?

Viene definita nativa perché è integrata al contesto nel quale è inserita, presentandosi come una continuazione anziché come una rottura, sia da un punto di vista visivo e di design che tematico. In questo modo il pubblico è indotto a prestare attenzione all’annuncio in modo spontaneo e naturale grazie al suo aspetto più simile ad un contenuto che ad un’inserzione.
La Native Advertising risulta essere una modalità di fare digital marketing vincente; le statistiche dicono che queste inserzioni sarebbero guardate dal 52% in più degli utenti, rispetto al display advertising tradizionale.

native advertising infografica

Da questa infografica, emergono le 4 caratteristiche fondamentali della pubblicità nativa, ossia:

La Native Advertising viene spesso chiamata anche: Sponsored content, Branded Content, Brandvoice, Suggested Post (ad esempio su Facebook),  Promoted Tweets (su Twitter), Promoted Video (su YouTube), Sponsored Post.

Esistono varie tipologie di Native Advertising, le principali sono:

Advertorial su carta stampata
L’advertorial su carta stampata rappresenta una delle prime forme di native advertising. Consiste nell’abbinare ad un contenuto editoriale inerente al prodotto/servizio che si vuole pubblicizzare l’advertising di quel prodotto.
L’effetto, per il lettore, è quello di trovarsi di fronte ad un articolo giornalistico anziché ad una semplice pubblicità.
C’è di più: la parte testuale che accompagna il prodotto sfrutta le tecniche dello storytelling, ad esempio elencando i vantaggi derivanti dall’utilizzo dello stesso, creando engagement fra l’utente ed il brand.
Nell’esempio sotto riportato i contenuti abbinati al prodotto ‘Soyami Soya Chip’ – patatine di soya – si riferiscono alle proprietà benefiche e alle caratteristiche della soya. L’immagine del packaging delle patatine è marginale, in basso a sinistra.

Advertorial su carta stampata

Online advertorial
Gli advertorial online si presentano sottoforma di speciali inserzioni, una sorta di evoluzione del banner tradizionale, che hanno la caratteristica di confondersi, per tematiche trattate e per design, con il sito web nel quale compaiono.
Nell’esempio sotto riportato il sito della rivista di arredamento Dearmagazine.it ospita alcune advertising che per stile e topic sono perfettamente in armonia con la pagina web.

Online advertorial

Sponsored content
Spesso gli advertorial sul web si presentano sottoforma di sponsored content o sponsored stories.
In questo caso il brand commissiona a terzi la scrittura di contenuti inerenti al servizio o prodotto che si vuole pubblicizzare.
Il contenuto sarà collocato all’interno del sito ospitante ma contraddistinto da un segnale visivo, come l’apposizione di un’etichetta ‘sponsored stories’.
L’esempio di seguito si riferisce al sito del quotidiano Corriere della sera che ospita, fra le altre, una notizia speciale contrassegnata dall’etichetta ‘La voce di Costa Crociere’.

Sponsored content

Cliccando poi sull’immagine l’utente si trova in una seconda pagina, inserita sempre all’interno del Corriere della Sera ma riguardante un contenuto di Costa Crociere.
La cosa interessante è che non si parla direttamente dell’azienda ma di un particolare tipo di viaggio, adottando le strategie proprie dello storytelling e del content marketing.

Sponsored content

Sponsored post
La native advertising ha trovato applicazione anche sui Social Media; ed è proprio qui che ha trovato terreno fertile, basti pensare ai post sponsorizzati di Facebook e Twitter (Promoted Tweets).

Sponsored post Facebook
Sponsored post Twitter

 

GLi analisti prevedono che entro il 2016 ci sarà il boom degli investimenti per questa nuova forma pubblicitaria.
Le previsioni sono:
u2022 investimenti per 3 miliardi di dollari entro il 2016;
u2022 il 70% dei creativi afferma che la User Experience è la vera forza della native advertising;
u2022 il 14.3% dei publisher si sono dichiarati propensi a sperimentare questo sistema per incrementare le revenue;
u2022 il 57% degli investitori punterebbero su questo nuovo tipo di advertising;
u2022 il 59% delle agenzie pubblicitarie credono nelle potenzialità di questa nuova forma pubblicitaria.

Non ci resta che sperimentarla!

Native Advertising o pubblicità nativa. Ultima modifica: 2015-02-11T11:56:31+01:00 da Ileana Somma
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