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Online o offline?

Online o offline? Questo l’amletico dubbio dei nostri tempi che affligge il marketing e gli addetti ai lavori.

Stando a quanto emerge da vari studi e statistiche, in particolare quella relativa alle previsioni di diffusione dello smartphone – che è diventato parte integrante del nostro stile di vita – quest’anno la “popolazione” di dispositivi raggiungerà i 2 miliardi(dicesi 2 miliardi, cioè mediamente 1 smartphone ogni 3 abitanti del pianeta!).

E del resto la sfida tra online o offline viene confermata dalla insistente richiesta dei consumatori di un’esperienza sempre più alternata e compenetrata tra fisico e digitale, dove quest’ultima consente al consumatore di avere informazioni in tempo reale pertinenti e targettizzate, ovvero calibrate sulle proprie esigenze.

La soluzione tra online o offline pare averla trovata Mc ArthurGlen, il gruppo specializzato in sviluppo e gestione di designer outlet, che negli ultimi tre anni ha raggiunto i 3,5 miliardi di fatturato con un considerevole incremento del 30%.  Così, alla luce di questi brillanti risultati, l’azienda sta lavorando per incrementare  del 50% la superficie totale dei propri outlet, con l’obiettivo di passare dagli attuali  600 mila ai 900 mila metri quadrati entro il 2019.

Non male, come obiettivo. Ma come raggiungerlo?

Anzitutto , utilizzando la tecnologia  considerando che della continua diminuzione della durata di da parte dei consumatori, reagendo istantaneamente alla richiesta di informazioni.  L’opportunità è costruire una più profonda comprensione dei nostri clienti e assicurarci di connetterci con ognuno di loro nei modi che desiderano” dichiara Joan Jove, managing director Southern Europe di McArthurGlen. Infatti, dopo aver cercato di capire il comportamento ed i gusti dei clienti,  il gruppo ha attivato il proprio retail intelligence per fornire tempestivamente, attraverso il digitale, le informazioni desiderate.

Questo per quanto riguarda l’online. E per l’offline? Quali sono le chiavi del successo per l’offline? Il negozio, o outlet che sia, rimane la fondamentale esperienza di acquisto dove si gioca la scelta: bisogna quindi attirare i consumatori nell’outlet , puntando su elementi quali il design e l’architettura oltre, ovviamente, al giusto mix di brand.

Ma non basta. Bisogna dare all’outlet il valore aggiunto che richiami e coinvolga il consumatore. Così McArthurGlen arricchisce l’offerta puramente commerciale con quella di entertainment, organizzando eventi culturali ed artistici. ” Abbiamo la fortuna di avere clienti molto fedeli. Il nostro calendario di attività ci aiuta a reingaggiare i clienti e dargli i motivi convincenti per tornare di nuovo” continua Jove.  Così il gruppo ha organizzato il Summer Music Festival che ha riunito 5 milioni di persone  ed hanno altresì aiutato le partnership con il Salone del Mobile e La Fenice.

Dunque sull’oscillare tra online o offline vince comunque la parola chiave del momento: coinvolgimento!

 

 

Online o offline?. Ultima modifica: 2016-05-03T13:39:37+02:00 da Daniela Graziani
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