I comportamenti e gli atteggiamenti dei consumatori nel processo di shopping in questi ultimi anni, come sappiamo, sono mutati notevolmente. Indubbiamente il cambiamento è dovuto alla moltitudine di strumenti a disposizione dell’utente( smartphone, tablet e dispositivi wearable) ed al proliferare di dispositivi che continuano ad influenzare il percorso dello shopping.
Per contro, le aziende devono armarsi per affrontare le nuove istanze del mercato, popolato da competitori “tradizionali” ma anche da quelli online che possono reagire in maniera più immediata rispetto ai canali tradizionali.
Se a questo aggiungiamo il clima economico incerto, la maggiore capacità critica del consumatore e la minore fedeltà alla marca, lo scenario shopping risulta davvero complesso.
L’approccio marketing omni-channel che integri online e offline è un must.
È imprescindibile ormai puntare sull’innovazione, anzitutto ricorrendo a nuovi modelli di business per incoraggiare lo shopping, ovvero le vendite: nuovi canali di distribuzione, di promozione, di prodotto ma anche nuovi strumenti di pagamento.
Questo è l’ambito della ricerca FutureBuy 2015 di GfK che studia comportamenti e atteggiamenti dei consumatori nell’approccio allo shopping, inteso come l’intero processo di ricerca, confronto e raccolta di informazioni sui prodotti, che si concretizzano poi in un effettivo atto di acquisto.
Che anche in Italia il consumatore sia molto informato, e dunque critico e consapevole nelle sue decisioni riguardo allo shopping, lo conferma il 74% degli intervistati che sostiene di stare imparando a fare acquisti in modo sempre più efficace.
Assodato che anche nell’italico suolo lo shopping omnichannel è ormai una realtà, GfK ha rilevato che i principali driver di scelta, che variano secondo la categoria di prodotto, nello shopping online sono la convenienza, mentre nello shopping offline è basilare la possibilità di vedere e provare i prodotti.
E così lo shopping fa lo slalom tra showrooming e webrooming, ovvero si assiste al comportamento del consumatore di passare da un canale di vendita all’altro, cercando di acquisire informazioni sul web e magari effettuare l’acquisto successivamente in negozio; o al contrario, guardando e provando prodotti in negozio per poi acquistarli on line. Così, i negozi tradizionalli(brick&mortar) si evolvono in negozi online(click&mortar) e – viceversa – gli operatori online cercano di essere presenti con negozi tradizionali. Insomma, lo shopping oggi impone l’onnipresenza, una sorta di presenzialismo mediatico(nel senso di canali di vendita).
Si capisce come anche i dispositivi che consentono la mobilità del consumatore, in particolare lo smartphone, siano sempre più strumenti chiave per lo shopping.
Per quanto riguarda gli strumenti di pagamento, in Italia si evidenzia un trend positivo, anche se ancora frenato dall’atavica diffidenza degli italiani verso la sicurezza dei dati.
E, come sempre accade quando si hanno a disposizione grandi quantità(come in questo caso) di informazioni e prodotti, si diventa capricciosi ed esigenti: così il 66% degli intervistati italiani, dichiarando di essere diventato meno fedele a un solo rivenditore, vuole spaziare ed ampliare il proprio raggio di shopping.
Ma, soprattutto, il consumatore universale(quello italiano in particolare) vuole vedere sancite le riconosciute la propria unicità ed individualità che si concretizzano in acquisti rappresentati, secondo lui, da prodotti su misura ed esclusivi.